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           perché la consideravo necessaria per lo studio della fisica alla quale io voglio esclusiva-
           mente dedicarmi". È lo stesso Amidei a suggerire al giovane Fermi di partecipare al
           concorso per entrare alla Scuola Normale Superiore di Pisa, dove avrebbe avuto a dispo-
           sizione una biblioteca, insegnamenti supplementari e integrativi e un ambiente adatto a
           concentrarsi soltanto sugli studi. Alla fine di luglio Fermi scrive all'amico Persico: "La
           lettura dello Chwolson procede celermente e calcolo di averlo finito tra un mese o un
           mese e mezzo perché ho trovato circa 1000 pagine da saltare perché le conoscevo". Si
           tratta del gigantesco trattato in 9 volumi di O. D. Chwolson, dove c'è tutta la fisica delle
           grandi svolte, ci sono tutti i nomi che rappresentano la transizione dalla fisica classica
           alla nuova fisica: oltre a Einstein e Planck, vi figurano Wien, Poincaré, Lorentz, Abra-
           ham, Minkowski, Ehrenfest, von Laue, Rayleigh, Sommerfeld; e, ben citati, Volterra e
           Levi-Civita, che Fermi avrebbe incontrato ben presto. Il suo tema di ammissione alla
           Normale ("Caratteri distintivi dei suoni e loro cause") è a un livello talmente alto che
           uno dei commissari lo convoca per conoscere di persona questo prodigio e rendendosi
           conto delle eccezionali capacità del giovane Enrico gli annuncia che certamente sarebbe
           diventato un grande scienziato. In autunno Fermi si iscrive all'Università di Pisa come
           allievo interno della Scuola Normale.


           1919

              Dalle lettere scritte all'amico Persico è possibile ricostruire l'intensa attività di studi
           che Fermi porta avanti durante questi anni universitari al di fuori del curriculum uni-
           versitario. Legge la Théorie des Tourbillons [Teoria dei vortici] di Henri Poincaré e il
           Traité de Mécanique Rationelle [Trattato di Meccanica razionale] di Paul Appell, che lo
           stimola a interessarsi particolarmente ai metodi della meccanica analitica, studia testi di
           chimica come Theoretische Chemie [Chimica teorica] di Walter Nernst e il Lehrbuch der
           allgemeinen Chemie [Manuale di Chimica generale] di Wilhelm Ostwald. Tra le carte di
           Fermi conservate a Chicago si trova un quaderno di appunti che risale all'estate del 1919
           nel quale sono annotati una serie di argomenti oggetto dei suoi studi recenti. Si va dalla
           meccanica analitica di Hamilton e Jacobi, alla teoria di Lorentz, alla relatività ristretta,
           alla teoria del corpo nero. C'è una bibliografia che contiene molti dei libri fondamentali,
           in particolare il testo di O. Richardson Electron Theory oj Metter [Teoria elettronica
           della materia], studiato a fondo da Fermi, e il libro di Ernest Rutherford Radioactive
           Substances and their Radiations [Elementi radioattivi e loro radiazioni]. Nel quaderno
           si trovano menzionati i primi lavori di Bohr sullo spettro dell'idrogeno, certamente poco
           conosciuti e considerati all'epoca in Italia. È un completo autodidatta e già si muove
           con grande sicurezza nei campi più diversi della fisica e della matematica, dando consigli
           all'amico Persico e suggerendogli i testi da leggere o i problemi su cui cimentarsi.


           1920

              I fisici con cui Fermi viene in contatto a Pisa sono Luigi Puccianti, direttore dell'Isti-
           tuto di Fisica di Pisa e titolare della cattedra di fisica sperimentale, e Giovanni Polvani ,
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